Le tre funzioni del denaro
Riserva di valore, unità di conto e mezzo di pagamento: queste sono le tre funzioni che deve assolvere un determinato bene per essere considerato una buona “moneta”.
Oggi, quando parliamo di soldi, pensiamo subito a banconote, monete metalliche o al denaro digitale che utilizziamo per fare acquisti online o con la carta di credito.
Ci sembra un concetto semplice e scontato: la moneta è quel mezzo che utilizziamo quotidianamente per comprare beni e servizi. Ma il denaro non è sempre stato così.
La sua evoluzione riflette quella delle società umane e dei loro bisogni economici. Dalla preistoria a oggi, il denaro ha assunto forme molto diverse, passando da oggetti con un valore intrinseco a mezzi di scambio convenzionali.
Ripercorriamo le tappe principali di questo viaggio che ci ha portato all’attuale sistema monetario.
I primi scambi: pietre giganti, conchiglie e perline colorate
Prima dell’introduzione della moneta, gli scambi avvenivano tramite il baratto, una forma primitiva di commercio in cui beni e servizi venivano scambiati direttamente. Tuttavia, il baratto aveva dei limiti evidenti.
Se una persona aveva bisogno di grano ma l’altra voleva solo tessuti, trovare un accordo poteva risultare complicato. Di conseguenza, si sviluppò la necessità di individuare beni che tutti considerassero accettabili come mezzo di pagamento.
Le conchiglie, ad esempio, furono utilizzate per secoli in molte culture, così come le perline di vetro. Questi oggetti erano durevoli e scarsi, almeno secondo gli standard delle popolazioni che li usavano, e la loro accettazione era basata su un consenso collettivo.
Uno degli esempi più curiosi e straordinari di moneta è rappresentato dalle pietre Rai dell’isola di Yap, in Micronesia.
Si trattava di enormi pietre rotonde, alcune delle quali potevano pesare tonnellate, con un foro al centro per permetterne il trasporto (immaginate una ruota simile a quelle dei cartoni dei Flintstones, alta 3-4 metri).
Queste pietre erano estremamente rare nell’isola e richiedevano uno sforzo enorme per essere spostate, tanto che a un certo punto si smise di spostarle fisicamente: le pietre rimanevano nel luogo in cui si trovavano e la proprietà veniva trasferita semplicemente attraverso una cerimonia collettiva.
Tutti sapevano chi ne era il nuovo proprietario, e questo sistema di memoria collettiva fungeva da garanzia contro furti e frodi.
È incredibile pensare che, millenni dopo, sarebbe nata una valuta basata su un principio simile: un registro distribuito che tiene traccia delle proprietà senza bisogno di un supporto fisico. Questa moneta si chiama Bitcoin, ma ne parleremo più avanti nel dettaglio.
Verso il Sistema Aureo
Con il passare dei secoli, la moneta metallica divenne sempre più centrale nelle economie avanzate. Oro, argento e rame erano i materiali preferiti per coniare le prime monete ufficiali, grazie alla loro rarità, resistenza e divisibilità.
Furono gli stati e gli imperi a coniare monete, con il sigillo del sovrano a garantirne l’autenticità e il valore.
Col tempo, si presentò però un problema di praticità: trasportare grandi quantità di metalli preziosi era scomodo e pericoloso, soprattutto su lunghe distanze o per transazioni di alto valore.
Durante il Rinascimento, con il fiorire delle attività commerciali in Europa, avvenne una prima importante “dematerializzazione” della moneta: iniziarono a circolare le prime note di banco.
Le note di banco erano documenti emessi da banchieri, che certificavano il deposito di una certa quantità di oro o argento. Erano leggere, facili da trasportare e accettate grazie alla fiducia riposta nei banchieri che le emettevano.
Inizialmente, queste note potevano essere riscattate in metallo prezioso in qualsiasi momento, ma presto si scoprì che i depositanti preferivano usarle per regolare transazioni, piuttosto che ritirare fisicamente l’oro.
La riserva frazionaria e il sistema bancario moderno
I banchieri iniziarono quindi a emettere più note rispetto all’oro effettivamente detenuto in riserva, basandosi sul presupposto che non tutti avrebbero richiesto il proprio oro contemporaneamente.
Questa pratica, chiamata riserva frazionaria, fu la base per lo sviluppo del moderno sistema bancario. Nonostante la diffusione della cartamoneta, le monete metalliche continuarono a coesistere e il loro valore rimaneva legato all’oro.
Il Gold Standard
Questo legame diretto tra moneta e oro avrebbe infine portato all’istituzione del Gold Standard, un sistema che dominò l’economia mondiale fino al XX secolo. Il Gold Standard stabiliva che ogni unità di moneta emessa da uno stato dovesse essere convertibile in una quantità fissa di oro.
Questo offriva una stabilità straordinaria al sistema monetario, poiché il valore della moneta era ancorato a una risorsa fisica concreta.
Tuttavia, come vedremo nella seconda parte, anche questo sistema aveva dei limiti che portarono infine al suo abbandono.
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